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Serie A: Orange - Villa Pamphili 2-1
18/04/2023

di Gianluca Lalli

Non è bastato il cuore, non è bastata la scarpa verde del nostro presidente, che ormai da anni accompagna scaramanticamente gli incontri della nostra rappresentativa in giro per l’Italia: purtroppo, ma senza troppi rimpianti, siamo ai play-out. Dopo la vittoria, tra le mura di casa e all’esordio nel campionato di Serie A contro il Mas Padel Catania per 2-1, con lo stesso risultato è arrivata la prima sconfitta stagionale, fuori casa contro i campioni d’Italia in carica dell’Orange Padel Club. 

IL RACCONTO DELLA GIORNATA

Che non sarebbe stata una giornata semplice si è capito sin dalle prime ore della mattinata: Roma si risveglia bagnata, ma ad un’ora dall’inizio del primo match un sole pallido comincia a farsi spazio tra le nubi. Il pensiero (e il timore) di dover attendere ore l’agibilità dei campi per giocare outdoor comincia a farsi strada nelle menti delle due squadre: la parola decisiva spetta al giudice arbitro, che dopo un’ora di attesa dà il via libera alle due compagini di trasferirsi al Centro Sportivo il Baiardo Corte dei Conti, circolo di appoggio provvisto di campi coperti per assicurare il regolare svolgimento della massima serie. Tutto nella norma, se non fosse che la partita più importante (quella con la buona sorte) si era già disputata e ci aveva visto uscire con le ossa rotte. Ma andiamo con ordine…

Il regolamento dei match del campionato di Serie A prevede tre incontri maschili: il capitano, prima dell’inizio del primo match, deve consegnare al giudice arbitro un foglio compilato con la formazione delle coppie e, sopratutto, il loro ordine di ingresso.

Nelle vigilie di ogni giornata e di qualsiasi campionato, si passano ore a cercare di prevedere le mosse avversarie: “Quando schiereranno la loro coppia migliore? Per ultimi impossibile, perché sul 2-0 sotto sarebbe inutile. Ma ha senso allora, magari nell’eventualità di un 1-1, schierare una coppia debole con tutte le pressioni del caso?”. Queste, e mille altre domande, si susseguono prima di ogni incontro, a causa di un regolamento che molto spesso premia più la squadra più fortunata ad azzeccare l’incastro giusto piuttosto che quella più meritevole.

Nel nostro caso, per la sfida valevole per l’accesso ai play off, il nostro capitano Francesco Ferro aveva deciso di confermare le coppie Di Salvia-Galassi e Ferro-Zecchinelli, puntando sull’artiglieria pesante con il duo formato da Javier Gonzalez Barahona (punta di diamante del nostro team e attuale 41 del ranking mondiale) e Fabio Marcelli, giovane promessa del padel italiano trapiantato in Spagna sin dall’infanzia. Ebbene i nostri avversari, potendo disporre di due coppie molto valide e di un tandem sulla carta meno qualitativo, puntavano a “mandare a morire” la loro coppia più debole contro la nostra più forte e puntare tutto sugli altri due match. Avevamo due chance su tre di giocarcela ad armi pari e sognare i Play Off e l’aritmetica salvezza: l’espressione del nostro capitano, allo scambio delle formazioni, ve la lasciamo solo immaginare…

Archiviato il conto con la fortuna, c’era da andare in campo e dimostrare comunque di meritare di essere lì, a rappresentare un circolo prestigioso nella massima competizione nazionale e ben figurare con i tanti appassionati accorsi alle partite. I primi a scendere in campo sono Gianluca Di Salvia e Filippo Galassi, ma l’impresa è quasi impossibile: di fronte Simone Cremona, uno dei migliori destri in circolazione in Italia da anni, e Alejandro Arroyo, classe 2001 e al 31esimo gradino del ranking mondiale, uno che ha portato al terzo Lebron e Galan e che mira ad essere uno dei volti nuovi e più rappresentativi del padel mondiale. Dopo un primo set contratti e visibilmente tesi, i nostri giocano un secondo set alla pari, nonostante il divario sia evidente: 6-0 6-3 il parziale finale in favore dell’Orange, ma tante le buone giocate di Di Salvia, sopratutto in uscita di parete come sempre mascherata e pungente, e di Galassi che ha fatto quel che ha potuto in una diagonale al limite del proibitivo.

Nel secondo incontro ancor meno storia, ma questa volta in nostro favore: Barahona-Marcelli lasciano il game della bandiera a Marcelo Capitani e Roberto Palmese, più volte vittima delle bordate del mancino spagnolo soprattutto con la bajada, in poco più di 40 minuti di un match che non c’è mai stato. 6-0 6-1 e tutto rimandato all’ultimo incontro, con Ferro-Zecchinelli chiamati all’impresa contro Denis Perino (69 WPT) e Aris Patiniotis (126 WPT).

Posta in palio altissima: chi vince è ai Play Off e può alimentare il sogno scudetto, chi perde deve andarsi a giocare la salvezza. I nostri lo sanno e sciorinano una prestazione clamorosa: intensità, tattica e (soprattutto) tanto cuore hanno permesso a Francesco ed Edoardo di giocare tutto il match alla pari contro due giocatori più che abituati a palcoscenici di questo tipo. Purtroppo non è bastato ai fini del risultato finale, ma quel che conta è aver dato tutto e dimostrato che la dedizione alla causa e la serietà - merce rara, chi ha visto l’incontro sa - con cui si affrontano le difficoltà possono farti uscire dal campo comunque vincitore. 

La fortuna è in debito con noi, ma non dobbiamo pensarci: a Terni, nella tre giorni dei Play Off e Play Out in programma dal 21 al 23 Aprile, siamo artefici del nostro destino.

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